Gli studi di Abbey Road a Londra offrono un servizio di mastering online davvero efficace e veloce. Il costo parte da 108 sterline IVA inclusa, e pagando un extra possiamo scegliere personalmente il fonico che si occuperà del lavoro.
Per capire meglio cosa succede durante la fase di mastering, abbiamo messo a confronto un nostro mix originale con la versione masterizzata ad Abbey Road.
Nel video approfondisco le differenze tra le due versioni, che sono pricipalmente di volume percepito (loudness), ampiezza stereofonica, presenza sulle basse e compressione.
Circa 120 euro a brano non è un prezzo basso in senso assoluto, ma se consideriamo la qualità del lavoro e il livello dei professionisti a cui possiamo affidare i nostri brani, sicuramente il prezzo è commisurato ai risultati se vogliamo ottenere il massimo dal nostro mix.
Il servizio di mastering online vale il suo prezzo? Sicuramente è un lavoro di qualità eccelsa, ma non è realistico aspettarsi che un mastering al top faccia miracoli su un mix problematico.
Per usare una metafora, un buon mastering è un po’ come la cera sulla macchina: se l’auto è pulita e la carrozzeria è sana, la cera la farà risplendere in modo spettacolare, ma nessuno si aspetta di nascondere righe e bolli con una passata di cera 🙂
Le due versioni a confronto: pre-mastering e post-mastering
Il confronto diretto tra le due versioni ha rivelato subito una marcata differenza in termini di intensità media, con la versione masterizzata che presentava un livello medio di -10 dBms rispetto ai -15 dBms del mix originale. Questo non solo ha evidenziato un volume percepito maggiore ma anche un’immagine stereo più ampia e un rinforzo sulle basse, risultando in un suono complessivamente più ricco e avvolgente.
Allineando i volumi delle due tracce per un confronto equo, è emerso che la versione masterizzata mantiene una pienezza e una definizione superiori, specialmente quando entrano in gioco le chitarre, rivelando medie più presenti e una saturazione più marcata. L’analisi dello spettro ha confermato un leggero taglio sulle alte frequenze, un intervento sottile ma efficace per conferire al suono una qualità più calda, spesso desiderata per “scaldare” la registrazione.
La compressione ha giocato un ruolo chiave, specialmente nella gestione della batteria, rendendola più compatta e inserendo la cassa e il rullante in una posizione leggermente più arretrata nel mix. Questa scelta ha enfatizzato l’intenzione vintage del brano, contribuendo a un sound che richiama le produzioni degli anni ’60, dove una batteria più “schiacciata” era spesso preferibile.
La masterizzazione ha inoltre uniformato il volume delle parti più morbide del brano, come l’introduzione voce e chitarra acustica, rendendo l’ascolto più coeso dall’inizio alla fine. Questo approccio ha garantito che anche nei momenti di minore intensità, il brano mantenesse una presenza solida e definita.
L’ampiezza stereofonica è stata un altro aspetto notevolmente migliorato nel processo di mastering. La presenza più marcata delle chitarre elettriche, ma anche delle acustiche ai lati dello stereo, ha dimostrato come un’accurata gestione delle componenti stereo possa arricchire notevolmente il panorama sonoro di un mix, rendendolo più immersivo e dinamico.
Un’analisi visuale delle componenti mono e stereo ha rivelato un notevole equilibrio tra le due nella versione masterizzata, a differenza della pre-master dove la componente centrale dominava. Questo bilanciamento è stato probabilmente raggiunto con l’uso di compressori in modalità mid-side, che lavorano separatamente sulle parti mono e stereo del segnale. Questo tipo di compressione, pur non essendo eccessivamente invasiva, ha reso l’immagine stereo significativamente più ampia.
In conclusione, il processo di mastering, pur rappresentando solo il “5 percento finale” della produzione, può davvero fare la differenza tra un prodotto buono e uno eccellente. Affidarsi a professionisti del mastering garantisce un livello di esperienza e professionalità che può elevare notevolmente la qualità del prodotto finito. Tuttavia, è fondamentale ricordare che il mix deve già essere bilanciato e tutte le decisioni artistiche importanti devono essere prese in quella fase. Il mastering non è una bacchetta magica capace di correggere errori di mixaggio o di registrazione; piuttosto, è il tocco finale che completa e perfeziona il lavoro svolto, esaltando le qualità del brano e assicurando che suoni al meglio su ogni sistema di ascolto.