Registrare la batteria e posizionare i microfoni

Cronaca di una session con Vike per Cotto e Frullato.
registrare la batteria: il kit

Sono partite le riprese per la soundtrack del Gran Finale di “Cotto e Frullato” e abbiamo colto l’occasione per documentare le riprese in studio. E come accade quasi sempre, si inizia col registrare la batteria. I brani, scritti da Vike, sono un rock potente e molto “made in the usa” dunque la batteria è assoluta protagonista.

Lo strumento è una Yamaha Birch Custom, dotata di ottime caratteristiche e di un suono pieno e ben bilanciato, perfetto per il rock.

Il batterista Stefano Bollo, già all’opera con i Voodoo e su alcune nostre produzioni, ha un tocco e uno stile perfetto per il genere quindi tutte le premesse sono ottime.

Inutile sottolineare che come per tutti gli strumenti acustici è fondamentale partire da una buona fonte e da una perfetta acquisizione: mai rimandare al mix o all’editing ciò che si può fare in sala ripresa!

In questo articolo vi spiegherò come ho microfonato la batteria su ogni singolo pezzo, fornendo dei brevi esempi audio delle singole tracce non processate. Per approfondire il trattamento della batteria in mix vi rimando ai precedenti video tutorial.

Il setup e i microfoni per registrare la batteria

La batteria è composta da cassa, rullante, due tom, timpano, charleston, due crash e un ride. Il minimo indispensabile: come sempre in registrazione “less is more”!

Cassa

La cassa è ripresa con due microfoni, rispettivamente un Beyerdynamic Opus 99 all’interno e un Neumann TLM103 all’esterno. Il microfono interno è puntato verso il battente, infilato dentro il foto della pelle risonante per circa una decina di centimetri. Il microfono esterno è invece a circa mezzo metro dalla pelle risonante e leggermente fuori asse da essa.

microfono della cassa

Per posizionare il microfono interno consideriamo la distanza dal battente: più lo avviciniamo al battente, più riusciremo a catturarne lo “schiocco”, mentre allontanandolo e portandolo verso l’esterno della cassa aumenteremo la resa sulle basse. 

Inoltre un microfono posizionato più all’interno avrà meno rientri dal resto del kit perché protetto dal fusto della cassa.

In questo caso abbiamo optato per un compromesso tra attacco e profondità: la cassa ha già un’ottima “punta” naturale quindi spostiamo il microfono pochi centimetri alla volta fino a quando il suono è di nostro gradimento e arriviamo con la capsula a circa 10cm all’interno della cassa.

Il microfono esterno serve per registrare le basse profonde della cassa della batteria: per questo ho scelto un microfono a condensatore (Neumann TLM103) con un’ottima resa sulle basse. Attenzione a non puntare il microfono esterno direttamente verso il foro della cassa: da lì esce un bel soffio d’aria a ogni colpo di cassa che potrebbe creare rumori indesiderati o nella peggiore delle ipotesi danneggiare il microfono. Meglio quindi decentrarlo leggermente rispetto al foro o metterlo un po’ fuori asse.

microfono cassa fuori

La diversa distanza dei microfoni dalla fonte sonora creerà sicuramente delle differenze di fase poiché il suono arriverà in momenti diversi ai due microfoni.

Se noto che la combinazione dei due microfoni suona ha meno basse e corpo rispetto ai singoli microfoni isolati, provo a invertire la polarità a uno dei ottenendo quasi sempre un suono più ricco.

In questo caso specifico la distanza ideale è di circa 50cm dalla pelle risonante, ma ovviamente è un dato puramente indicativo e non possiamo farne una regola.

Per questa session di registrazione sulla cassa della batteria abbiamo usato un preamp API512c sul microfono interno e un CL7602 sul microfono esterno. Il primo è un classico che non ha bisogno di presentazioni, il secondo è un pre di ispirazione Neve con un EQ incorporato che ho usato per tagliare leggermente le frequenze attorno ai 360hz. Il microfono interno va poi dentro un Neve 542, emulatore di nastro e saturatore analogico che usiamo per aggiungere un po’ di basse al tutto e una leggerissima compressione.

cassa – microfono interno
cassa – microfono esterno

Registrare la batteria: il rullante

microfono rullante

Anche il rullante ha due microfoni, il primo puntato sulla pelle superiore e il secondo sotto, puntato verso l’alto in direzione della cordiera. Con il microfono sopra catturiamo l’attacco e il corpo del rullante, con quello sotto il timbro della cordiera che servirà ad arricchire le frequenze alte e ad allungare la coda del suono.

Il microfono superiore è un Beyerdynamic m201, dinamico molto versatile e non eccessivamente ingombrante (aspetto fondamentale per evitare “bacchettate”!). Sicuramente meno popolare del classico SM57, il Beyerdynamic M201 ha però alcune caratteristiche che lo rendono preferibile sul rullante: un suono più bilanciato e meno spinto sulle medie e soprattutto un pattern di ripresa ipercardioide (quindi più stretto) che aiuta a ridurre i rientri del charleston. Costa il doppio del 57, ma ne vale la pena.

Non c’è una regola precisa per posizionare un microfono sul rullante, tuttavia consideriamo che il suono complessivo dello strumento è dato dall’interazione tra bordo, pelle, cordiera e bacchette. I bordi del rullante ci regalano risonanze e sfumature particolari (se è un buon rullante!) mentre dalla zona centrale percossa dalla bacchetta arriva la “botta” dell’attacco.

Anche qui la distanza gioca un ruolo fondamentale: allontanando il microfono dal rullante si ottiene un suono più bilanciato e di insieme ma con più rientri dal resto del kit, mentre avvicinandolo si perde forse qualcosa a livello timbrico ottenendo però un suono più focalizzato con meno rientri.

Per questi brani ci serve un suono rock, aggressivo, con molto attacco e pochi rientri quindi posizioniamo il microfono con la capsula a pochi centimetri dal bordo puntata verso il centro del rullante e inclinata di circa 45°.

microfono sotto il rullante

Il microfono sotto il rullante è un condensatore AKG C3000b, soluzione piuttosto economica ma assolutamente efficace in questo ruolo: resiste bene alle alte pressioni sonore, ha un attenuatore incorporato e in generale una timbrica che si presta perfettamente allo scopo. Ho posizionato il C3000 esattamente sotto il rullante a pochi centimetri di distanza, in asse con la cordiera.

Qui il nemico principale è il rientro della cassa quindi cerco di ridurlo al minimo avvicinando il più possibile la capsula al rullante.

Anche per il rullante è necessario considerare le relazioni di fase tra i due microfoni: come per la cassa, sperimento con brevi spostamenti ed eventualmente invertendo la polarità di uno dei due microfoni se la combinazione dei due suona troppo “sottile” rispetto ai singoli microfoni.

I preamp usati per il rullante sono un API512c per il microfono superiore e un Lake People C360 per il microfono della cordiera, entrambi con un filtro passa-alto intorno al 60hz per eliminare frequenze inutili ed eventuali rumori di fondo. Anche in questo caso utilizziamo i Neve 542 direttamente in registrazione per aggiungere un po’ di  armoniche al suono e una leggerissima compressione.

Microfono sopra
Microfono sotto

Tom e timpano

Qui le cose sono un po’ meno complesse: ho usato tre Beyerdynamic Opus 88 leggermente fuori asse rispetto alle pelli superiori.

È un condensatore dal suono molto dettagliato e profondo, e il suo aggancio a clip è comodissimo e molto ben disaccoppiato dal fusto con ammortizzatori di gomma.

Per tom e timpano ho usato dei preamp Audient Black Series e attivando il loro circuito HMX che enfatizza le armoniche e dà una leggera “spinta” alle basse già in fase di acquisizione.

I tom verrano poi leggermente “allargati” in stereo disponendoli da sinistra a destra partendo dal timpano.


Overhead: la base per una buona registrazione di batteria.

overhead microphone

Gli overhead sono i microfoni (detti anche “panoramici”) posti sopra la testa del batterista. Spesso si dice che “servono per i piatti”… Bè non è vero. Sono fondamentali per registrare il suono di insieme del della batteria e restituire un’immagine stereo efficace.

Ci sono molte tecniche di posizionamento per gli overhead, noi abbiamo optato per una classica coppia stereo A/B. Tecnicamente è quella che crea più problemi di fase, ma in pratica ci consente di catturare un’immagine stereo più larga e visto che stiamo lavorando su brani “grandi e grossi” una batteria un po’ “ampia” è un buon punto di partenza.

Per assicurarci che il kit non suoni troppo decentrato ci armiamo di metro e facciamo in modo che i singoli overhead siano alla stessa distanza dal rullante. 

Per decidere la distanza degli overhead dal kit dobbiamo sapere quanto “ambiente” vogliamo catturare: maggiore è la distanza, maggiore sarà il contributo della stanza al suono registrato e viceversa. Attenzione anche a non avvicinare troppo i microfoni al kit perché il movimento oscillatorio dei piatti potrebbe provocare un effetto tipo flanger impossibile da eliminare in mix.

Ovviamente, trattandosi di una registrazione stereo, i due canali mono dei panoramici sono completamente allargati a sinistra e a destra sul mixer della DAW.

Per registrare la batteria su questo brano scegliamo di posizionare gli overhead a 140cm dal rullante, quindi non altissimi, per avere più presenza dei fusti. I microfoni utilizzati sono una coppia di Lewitt  LCT-640, multipattern a diaframma largo impostati su pattern cardioide. I preamp usati sono i Neve 5012, con un filtro HPF intorno ai 60hz.

Overhead

Registrare la batteria nella stanza: i microfoni di ambiente

Per arricchire ulteriormente la resa del kit ho posizionato una coppia di condensatori omnidirezionali Oktava MC012  sulla parete opposta al kit, a circa 6m di distanza e a 1,70m di altezza (che per me che è “altezza orecchie”! :)). La distanza tra i due microfoni è di circa 50cm, e influenza proporzionalmente l’ampiezza dell’immagine stereo: attenzione a non allontanarli troppo tra loro, o ci si ritroverà con un’immagine stereo poco naturale.


Microfoni sui singoli piatti

Normalmente gli overhead sono sufficienti per riprendere in maniera efficace tutti i piatti del kit, ma per sicurezza piazzo due condensatori sia sul ride sia sul charleston. Il ride è montato un po’ più in basso degli altri piatti per cui potrebbe soffrire un po’ nella ripresa di insieme, mentre il charleston potrebbe avere bisogno di un po’ più di dettaglio in alcune sezioni del brano.

Per entrambi utilizzo due condensatori con pattern di ripresa cardioide leggermente fuori asse rispetto ai piatti e ad una distanza di 30cm circa. Questi canali stanno quasi sempre a zero in mix, ma quando nel mix ti rendi conto che ti servirebbe un pelo più di ride ecco che si rendono fondamentali!

Mettiamo tutto assieme…

Se lo strumento è buono e la ripresa è effettuata correttamente il lavoro nel mix sarà molto più leggero: nell’esempio audio ho inserito un breve estratto con tutti i microfoni aperti a cui ho applicato solo una rapida regolazione dei livelli e del pan.

Per saperne di più sul mix della batteria, puoi dare un’occhiata ai miei tutorial sulla cassa, il rullante, i tom e gli overhead!