Batteria MIDI: come farla suonare VERA!

Video tutorial: dalla programmazione MIDI al mix audio

Un batterista vero con un buon drumkit è insostituibile per molti generi musicali. Tuttavia, microfonare la batteria, registrarla e mixarla in modo efficace è un’operazione complessa e richiede una buona stanza (con un buon trattamento acustico), un buon set di microfoni e preamplificatori, e soprattutto la giusta esperienza sul mix audio. Ecco perché su produzioni low-cost o su pre-produzioni e demo sempre più spesso si ricorre alla batteria virtuale. 

Batteria midi: come programmarla in modo realistico

Per iniziare, apriamo la finestra del nostro plug-in, in questo caso, Studio Drummer, e resettiamo il mixer. Vogliamo gestire tutta la parte di manipolazione dell’audio dai nostri plugin esterni. Assegniamo ogni singolo canale del nostro virtual drummer a un canale sul nostro software di editing. In questo modo, potremo gestire la batteria esattamente come se fosse una batteria microfonata all’interno di una stanza.

Programmare il Groove in MIDI

Cominciamo a programmare un groove midi di batteria. Creiamo un semplice groove con la cassa, la rullante e il charleston in ottavi. Possiamo programmarlo direttamente nel software o suonarlo con una tastiera MIDI. Una volta registrato il groove, apriamo l’editor e osserviamo se ci sono delle note un po’ imprecise. In caso positivo, utilizziamo la funzione di quantizzazione per allinearle.

Tuttavia, se vogliamo mantenere un tocco umano nella nostra esecuzione, possiamo impostare una soglia di quantizzazione che ci permetta di conservare un po’ di imprecisione, rendendo la batteria meno meccanica e robotica.

La regola per ottenere dei buoni risultati da una batteria virtuale MIDI è ragionare come un batterista e considerare sempre la tecnica esecutiva sullo strumento. Un buon metodo per imparare è osservare e ascoltare con attenzione il batterista della tua band: in particolare fai attenzione a accenti e ghost notes.

Gli accenti sono colpi portati con maggiore intensità, mentre le ghost notes sono colpi “di appoggio” (tipicamente sul rullante) che rendono più interessante la scansione ritmica.

Se abbiamo a disposizione una buona batteria virtuale (nel tutorial uso Studio Drummer di Native Instruments ma ce ne sono molte altre) possiamo gestire accenti e ghost notes modulando il parametro velocity.

foot control midi sul charleston

Si tratta di un parametro MIDI che gestisce l’intensità del suono: un colpo più forte e accentato avrà una velocity più alta (i valori vanno da 0 a 127), mentre se vogliamo creare una ghost note sul rullante dovremo utilizzare una velocity più bassa (intorno a 20-30 ma dipende dai plugin).

Programmando con attenzione gli accenti (attenzione a ride, charleston e cassa) e inserendo ghost notes sul rullante possiamo migliorare la resa della nostra batteria virtuale.

Un altro controllo MIDI che può fare la differenza nella resa della batteria virtuale è il foot control: se il nostro plug-in lo supporta, possiamo assegnare questo parametro al pedale del charleston. In questo modo possiamo simulare la progressiva apertura e chiusura del pedale sulla nostra batteria virtuale.

Dettagli di realismo nelle parti MIDI

Per un ulteriore tocco di realismo, possiamo aggiungere dei flams o degli acciaccature. Sdoppiamo una nota e programmi due colpi molto ravvicinati per simulare l’effetto della bacchetta che colpisce leggermente in modo svasato la pelle del fusto.

Come mixare le tracce audio

Per gestire al meglio l’audio dobbiamo comportarci come se la nostra batteria virtuale fosse un drumkit vero, microfonato e registrato in studio.

Questo significa separare tutte le uscite della nostra batteria virtuale (io uso Cubase ma ogni DAW ha la sua procedura) e trattare le singole tracce in modo diverso. Studio Drummer è dotato di un mix interno, con compressori e equalizzatori, ma per avere maggior controllo preferisco escluderlo e utilizzare il mixer di Cubase. Esattamente come farei con una batteria vera.

Se il nostro virtual instrument dispone anche di canali dedicati ai microfoni di ambiente, possiamo ottenere un ulteriore grado di realismo aggiungendo profondità e spessore al kit.

Interventi sulle tracce audio

Su ciascun canale della batteria, applichiamo una serie di interventi. Ad esempio, sulla cassa, utilizziamo un noise gate per ridurre la coda del suono e un compressore per enfatizzare l’attacco. Regoliamo l’equalizzatore per ottenere il suono desiderato.

Per la rullante, applichiamo compressori per enfatizzare l’attacco e un equalizzatore per scolpire il suono. Anche il charleston e i tom richiedono trattamenti simili per ottenere una resa realistica.

Compressione Parallela

Per rendere il suono della batteria più aggressivo, creiamo un bus di compressione parallela. Questo ci permette di mixare il suono compresso con quello non compresso, ottenendo un effetto di rinforzo senza schiacciare troppo il suono. Questo è particolarmente utile per conferire energia alla batteria senza comprometterne l’integrità.

compressore in parallelo

La batteria MIDI può essere una potente risorsa per la produzione musicale, purché sia programmata e mixata accuratamente. Emulare la tecnica di un batterista e trattare la batteria MIDI come una vera batteria acustica può portare a risultati sorprendenti. Con un po’ di attenzione ai dettagli e un tocco di espressività, è possibile creare groove convincenti che si integrano perfettamente in qualsiasi produzione musicale. Provate questi suggerimenti e otterrete una batteria MIDI che suona come se fosse stata registrata dal vivo. Buona musica!